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Il profilo dei protagonisti: Imerio Massignan

PREMIO mASSIGNAN

Da sinistra: la vice sindaco di Arquata Scrivia Nicoletta Cucinella, Ottavio Traverso (Ufficio Stampa dell'U.S. Pontedecimo Ciclismo), Davide e Luigi Persegona (Tre Colli SpA), i consiglieri delegati Francesca De Franchi e Simone Lasagna

Sabato 27 maggio 2023 è stato presentato, nel palazzo comunale di Arquata Scrivia, sede delle operazioni di partenza, l’84° Giro dell’Appennino, che ha accettato la proposta di rendere omaggio ad un grande figlio di Arquata, Mino De Rossi, nato qui nel 1931 e mancato lo scorso anno. In questa occasione il comune ha voluto anche rendere omaggio a Imerio Massignan, che pur essendo nato a Valmarana, frazione di Altavilla Vicentina, in provincia di Vicenza, il 2 gennaio 1937, è diventato uno dei ciclisti di questo territorio, abitando oggi a Silvano d’Orba. Una caduta nei giorni scorsi gli ha impedito di essere presente, l’omaggio preparato è stato consegnato in sua vece da Luigi Persegona, vce presidente della Tre Colli e da Davide Persegona, che il 2 giugno, al pari degli anni precedenti, sarà in gara al Giro dell’Appennino, in veste di scorta tecnica.

Imerio Massignan è stato professionista dal 1959 al 1970, ha partecipato al Giro dell’Appennino nel 1962 (dorsale 42 della Legnano, si classifica quinto, a 56” da Franco Balmamion),GDA23 1962 Nencini 2o Bui 3o Aldo Moser 4o Massignan 5o

Giro dell'Appennino del 1962, volata per il secondo posto, 56" dopo l'arrivo di Franco Balmamion. Secondo è Nencini, seguito da Bui, Aldo Moser e Imerio Massignan

nel 1963 (dorsale 85 della Legnano, si classifica 22°, a 18’05” da Italo Zilioli), nel 1964 (dorsale 11 della Carpano), nel 1965 (dorsale 6 della Ignis, si classifica nono, con il tempo di Michele Dancelli), nel 1966 (dorsale 25 della Bianchi, si classifica ottavo, a 3’52” da Michele Dancelli), nel 1967 (dorsale 83 della Salamini-Luxor, si classifica undicesimo, a 6’14” da Michele Dancelli), nel 1968 (dorsale 5 della Pepsi Cola, si classifica dodicesimo, a 13’50” da Gianni Motta), nel 1969 (dorsale 121 della G.B.C), nel 1970 (dorsale 57 della G.B.C.-Zimba). Ha vinto, tra l’altro, nel 1959 la Bologna-Passo della Raticosa, nel 1960 la classifica della montagna del Tour de France (con 56 punti, con 4 punti su Marcel Rohrbach e 12 sul suo compagno di squadra Graziano Battistini), nel 1961 la sedicesima tappa e la classifica della montagna del Tour de France (Toulouse-Luchon/Superbagnères, con 8” sul suo compagno di nazionale Guido Carlesi e 14” su Hans Junkermann, primo sul Gpm del Col des Ares, davanti Fernand Picot e Guy Ignolin, primo sul Gpm del Col du Portillon, davanti a Hans Junkermann e Ken Laidlaw, consolida il primato nella claasifica della montagna, che vince con 95 punti, con 34 punti su Charly Gaul e 47 su Hans Junkermann), nel 1962 il circuito di Lavis (davanti a Diego Ronchini e Franco Cribiori), nel 1965 la terza tappa e la classifica a punti della Volta Ciclista a Catalunya (Tarragona-Lerida, davanti a José Luis Talamillo e Remo Stefanoni, sedicesimo nella prima tappa, la cronometro a coppie di Tortosa, in coppia con Ambrogio Portalupi, a 3’27” da Francisco Gabica-Valentin Uriona, terzo nella seconda tappa, Tortosa-Tarragona, alle spalle di Remo Stefanoni e José Segu, quarto nella quarta tappa, Lerida-Sant Julia de Loria/Andorra, a 24” da Joao Roque Santos, sesto nella prima frazione della quinta, la cronometro in salita di La Rabassa, a 25” da Francisco Gabica, sesto nella seconda frazione, Sant Julia de Loria/Andorra-Olat, a 7” da Roberto Poggiali, quinto nella prima frazione della sesta, Olat-La Bisbal, a 24” da Willy Monty, 26° nella seconda frazione, La Bisbal-San Feliu, a cronometro, a 3’19” da Antonio Gomez Del Moral, terzo nella prima frazione della settima tappa, San Feliu-Vallpineda, alle spalle di Willy Monty e Adriano Passuello, settimo nella seconda frazione, Vallpineda-Castelldefels, a 4” da Ramon Saez, terzo nell’ottava e ultima tappa, Castellfedels-Barcelona, alle spalle di Valentin Uriona e Edouard Delberghe, termina sesto, a 9’30” da Antonio Gomez Del Moral, primo nella classifica a punti, secondo nella classifica a squadre, con l’Ignis, a 19’02” dalla Kas-Kaskol e con 3’41” sulla Inuri-Margnat-Paloma). Ha partecipato al Tour de France nel 1960 (dorsale 71 della Nazionale Italiana diretta da Alfredo Binda, si classifica decimo, a 23’28” dal suo capitano Gastone Nencini, primo nella classifica della montagna), nel 1961 (dorsale 8 della Nazionale Italiana diretta da Antonio Covolo, si classifica quarto, a 15’59” da Jacques Anquetil, 3’45” da Guido Carlesi e 3’43 da Charly Gaul, primo nella classifica della montagna, ottavo nella classifica a punti, con 92 punti, a 82 punti da André Darrigade, terzo nella classifica a squadre, con l’Italia, alle spalle della Francia e del Belgio, vince a Luchon/Superbagneres), nel 1962 (dorsale 119 della Legnano-Pirelli, si classifica settimo, a 17’50” da Jacques Anquetil, secondo nella classifica della montagna, con 77 punti, a 60 punti da Federico Bahamontes e con 7 punti su Raymond Poulidor, sfiorando la tripletta); al Giro d’Italia nel 1959 (dorsale 85 della Legnano, si classifica quinto, a 7’31” da Charly Gaul, secondo nella classifica della montagna, con 320 punti, a 240 punti da Gaul e con 20 punti su Hans Junkermann), nel 1960 (dorsale 97 della Legnano, si classifica quarto, a 4’06” da Jacques Anquetil, secondo nella classifica della montagna, con 210 punti, a 40 punti da Rik Van Looy e con 20 punti su Gastone Nencini, per la prima volta il Giro affronta la terribile salita del Gavia. Il primo a transitare in cima è Imerio Massignan, da quel giorno soprannominato l’”Angelo del Gavia”. Era la ventesima e decisiva tappa del Giro, da Trento a Bormio, per un totale di 229 chilometri. Il percorso prevedeva in sequenza Campo Carlo Magno, IL Passo del Tonale e infine il Passo Gavia: un percorso capace di mettere a dura prova anche i più tenaci. Massignan si giocava la vittoria di quel Giro con campioni dal calibro di Charly Gaul, uno dei più grandi scalatori di sempre, e il francese Jacques Anquetil, oltre a un giovane che poche settimane dopo avrebbe conquistato il Tour de France: Gastone Nencini. Ricorda Imerio, in una intervista rilasciata per il sessantesimo anniversario:“Una giornata memorabile. Partimmo fortissimo e a 80 Km dall’arrivo ero già solo in testa alla corsa. Del Gavia si sapeva poco o nulla: non avevamo fatto alcun tipo di ricognizione. A un certo punto mi trovai davanti una vera e propria mulattiera: ghiaia e sassi da tutte le parti, muri di neve alti sei metri e uno strapiombo a tenermi compagnia. Io stavo bene, mi sentivo le gambe di Fausto Coppi, morto proprio nei primi giorni di quel 1960: povero Fausto, quanto avrebbe amato quella salita brutale… Transitai in cima al valico con quasi 2 minuti di vantaggio su Gaul. Alle mie spalle, corridori da tutte le parti che con le spinte del pubblico cercavano di raggiungere la vetta in ogni modo. Da quel momento il mio nome è rimasto indelebilmente legato al Gavia: ne vado molto orgoglioso”. Una fatica immane e un entusiasmo durato pochi minuti che lasciò poi spazio alla rabbia se non alla disperazione lungo la discesa verso Santa Caterina Valfurva e infine Bormio. Continua Massignan: “Potevo veramente vincere il Giro, perché il vantaggio sugli avversari era ampio. Con tutti quei sassi in discesa forai tre volte: l’ammiraglia della Legnano aveva bruciato la frizione ed era dispersa fra i monti, della moto di scorta neppure l’ombra. Per due volte riuscii a metterla a posto da solo, ma ormai Gaul mi aveva ripreso e superato. Nonostante ciò, riuscii a riagguantarlo per provare a vincere la tappa, ma a 300 metri dall’arrivo di Bormio forai una terza volta. Gaul mi vide barcollare e volò a vincere la tappa. A me rimasero lacrime e rimpianto, che qualche volta provo ancora oggi”); nel 1961 (dorsale 120 della Legnano, si classifica undicesimo, a 18’12” da Arnaldo Pambianco, terzo nella classifica della montagna, con 120 punti, a 150 punti da Vito Taccone e 10 da Gabriel Mas), nel 1962 (dorsale 70 della Legnano, si classifica secondo, a 3’57” da Franco Balmamion e con 1’05” su Nino Defilippis, sesto nella classifica della montagna, a pari merito con Guido Neri, con 40 punti, a 220 punti da Angiolin Soler) nel 1963 (dorsale 69 della Legnano, si classifica settimo, a 16’52” da Franco Balmamion), nel 1965 (dorsale 46 della Ignis, si classifica nono, a 19’30” da Vittorio Adorni), sono cinque le volte che termina nella top ten della corsa rosa.

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