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L’ultima corsa in bianco e nero si rinnova. Dopo le novità dello scorso anno, quando l’arrivo del Giro dell’Appennino è stato posto all’entrata al Porto Turistico della Marina di Chiavari, tra l’azzurro del mare del Tigullio e il verde delle alture dell’Appennino che si affacciano su uno dei più bei mari del Mediterraneo, quest’anno, anziché sull’Aurelia, la corsa avrà i suoi chilometri finali sulle strade dell’immediato entroterra del Tigullio.

Sarà la presentazione ufficiale di venerdì 31 marzo alla Sala della Trasparenza della Regione Liguria in Piazza de Ferrari alle ore 16,00, seguita dalla quella a Chiavari di giovedì 6 aprile alle ore 11,00 presso la sala del consiglio comunale in Palazzo Bianco, Piazza N.S. Dell’Orto. a svelare le novità dell'edzione 2017, che vuole essere un omaggio alla Comunità Europea dello Sport 2017, formata dalle città di Chiavari, Cogorno e Leivi, con un finale inedito che vuole, nel limite del possibile, ricordare quello tradizionale, quello appunto dell’ultima corsa in bianco e nero, con Bocchetta, Castagnola e Giovi in rapida successione.

Fu Gualtiero Schiaffino, il nostro indimenticato Vice Presidente, che ci ha lasciati dieci anni orsono, personalità immensa della cultura nazionale e non solo, che ideò per la nostra gara questa definizione. A lui sarà dedicato il Gran Premio della Montagna sulla Ruta di Camogli (l’ormai classica targa con la sua vignetta dedicata alla bicicletta, giunta alla decima edizione, nel 2016 è stata vinta da Sergey Firsanov, il vincitore finale del Giro dell’Appennino).

Lo scorso anno la Ruta fu il trampolino di lancio di Firsanov, che arrivò da solo sul traguardo di Corso Cristoforo Colombo. Quest’anno probabilmente non sarà così. Dopo le Grazie, sulle quali i contendenti alla vittoria finale schiereranno i compagni di squadra a fare l’andatura per non perdere terreno nel successivo tragitto pianeggiante, percorso sull’Aurelia sino a Sestri Levante, per affrontare l’inedita salita di Monte Domenico nelle prime posizioni. Non vogliamo fare irriverenti confronti con la mitica salita della Bocchetta, ma gli oltre sei chilometri di ascesa che condurranno gli atleti al Gran Premio della Montagna probabilmente risulteranno decisivi. L’ascesa inizia lieve, ma già nella parte centrale chi vorrà attaccare potrà farlo, sfruttando le pendenze al 6%, ma dovrà poi avere la gamba per non piantarsi negli ultimi due chilometri, che presentano la pendenza media del 9,5%, con punte del 19%. Chi transiterà per primo sul G.P.M., che sarà la “Cima Luigin Ghiglione”, conquisterà il 24° Trofeo Luigin e Osvalda Ghiglione, 4° Trofeo Marina Tedone, messo in palio da Fiorenzo e Fulvio Rapetti, rispettivamente genero e nipote dello storico patron dell’Appennino. Anche lui fu costretto ad organizzare due edizioni del Circuito dell’Appennino, nel 1951 e nel 1952, senza inserire la Bocchetta, e come lui, anche gli attuali organizzatori s’incupiscono al pensiero, contando di poter ritornare presto a passare davanti ai Cippi di Fausto Coppi e di Luigi Ghiglione e ai Marmi dei Vincitori. La discesa verso la Val Graveglia andrà affrontata con prudenza, ma i corridori più avvezzi in questo fondamentale potrebbero sfruttare le caratteristiche della difficile discesa per trarne vantaggio. Ma non sarà finita: dopo pochi chilometri di pianura in fondovalle, il percorso porterà gli atleti ad affrontare l’ultima salita, verso Leivi, cinque chilometri nuovamente duri, con l’ultimo dei sei Gran Premi della Montagna posto a quota 284 (il dislivello dei 5,4 chilometri di salita è di 261 metri, la media del 4,8%, ma i primi due chilometri hanno una media del 7,8”, con un tratto all’inizio del terzo chilometro al 14%), a soli nove chilometri dal traguardo finale. I corridori non avranno il tempo di osservare il meraviglioso panorama sul Golfo del Tigullio, ma solo quello di cercare di affrontare la discesa verso Chiavari nelle migliori posizioni. Si transiterà una seconda volta per il centro di Chiavari, arrivati in riva all’Entella si entrerà sul lungo rettilineo finale, controllato dall’alto dalla statua di Cristoforo Colombo. Chi sarà presente potrà vedere di persona se Sergey Firsanov, annunciato al via con il dorsale numero uno, sarà in grado di vincere per la seconda volta consecutiva (come accaduto nel passato a Augusto Como, nelle prime due edizioni, a Michele Dancelli, che di edizioni ne mise in fila tre, dal 1965 al 1967, a G.B. Baronchelli, che tra il 1977 e il 1982 di vittorie ne colse addirittura sei, a Gianni Bugno, anche lui tre vittorie di fila dal 1986 al 1988, a Pavel Tonkov, nel 1997 e 1998, a Alessandro Bertolini nel 2007 e 2008). Chi non potrà presenziare potrà assistere alla gara su Rai Sport, su Bike Channel, in streaming su numerosi siti internet, e se sarà all’estero potrà assistere all’evento in 54 paesi, anche agli antipodi.

altimetria

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