Unione Sportiva PONTEDECIMO 1907 ciclismo AD
Stella d'oro al merito sportivo CONI

Furono centocinquantaquattro i patrioti che caddero nel rastrellamento della Benedicta, novantasette fucilati al monastero o nei suoi pressi, il 7 aprile del 1944, gli altri giustiziati in luoghi vicini, come Masone, Voltaggio, Isoverde, Passo Mezzano, Passo del Turchino. Provenivano quasi tutti dai luoghi che da sempre sono attraversati dal Giro dell’Appennino.

A settant’anni dall’eccidio, l’U.S. Pontedecimo Ciclismo vuole commemorare e onorare questi martiri, caduti per la nostra libertà, dedicando alla loro memoria il 75° Giro dell’Appennino. La Benedicta era un antico convento, trasformato in cascinale, che si trova sul Bric dell’Arpesella, a sud ovest del Monte Tobbio (si raggiunge dai Piani di Praglia, andando verso Voltaggio), nel territorio del comune di Bosio. Qui era stata posta l’intendenza della terza brigata d’assalto Garibaldi “Liguria”. Le formazioni partigiane della zona, che contavano su un migliaio di uomini provenienti da Voltaggio, dal Novese, dalle Valli del Lemme e dello Scrivia (confluiti nella Brigata Autonoma Alessandria al comando di “Italo”, Gian Carlo Odino) e provenienti da Genova, dall’Ovadese, dalle Valli dello Stura e dell’Orba (confluiti nella Brigata Liguria, comandata da Edmondo Tosi), erano diventate un pericolo per l’esercito tedesco che temeva lo sbarco alleato sulle coste liguri, e non poteva concedere ai partigiani il controllo di quelle strategiche valli che permettevano la comunicazione dalla Riviera Ligure alla Valle Padana.

Fu così che all’alba del 6 aprile, ebbe inizio il rastrellamento per distruggere tutte le formazioni che erano attestate attorno alla Benedicta. Non meno di cinquemila tedeschi, appoggiati da carri armati, autoblindo, artiglieria e da un aereo da ricognizione Cicogna, circondarono la zona compresa tra la Valle Stura, la Valle Scrivia e la Val Polcevera, e tre colonne iniziarono l’avvicinamento provenendo dai Piani di Praglia, da Voltaggio e Lerma. Nonostante la coraggiosa resistenza e le perdite inflitte al nemico, i partigiani, inferiori per numero e per equipaggiamento, furono in gran parte catturati, e rinchiusi nella cappella dell’antico convento. Il venerdì santo, 7 aprile, ebbe inizio la rappresaglia: settantacinque partigiani prigionieri, per la maggior parte ragazzi non ancora ventenni, furono tradotti nel cortile del convento, spogliati di ogni effetto personale e condotti lungo il sentiero che porta al Gorzente, fucilati dai Granatieri della Guardia Nazionale Repubblicana guidati da un ufficiale tedesco. Si salvò solo Giuseppe Ennio Odino, poiché fu ritenuto morto. Altri diciassette partigiani catturati furono poi condotti al Passo del Turchino e fucilati insieme ad altri 42 prigionieri, quale rappresaglia per l’attentato contro alcuni soldati tedeschi al cinema Odeon di Genova. Nel rastrellamento della Benedicta caddero complessivamente centoquarantasette partigiani, tra il sei e l’undici aprile del 1944, cui devono aggiungersi i contadini trucidati nelle loro case. Il Monastero fu minato e fatto esplodere. Per questo delitto fu condannato all’ergastolo dal Tribunale Militare di Torino, il 15 novembre 1999, il tenente colonnello delle Forze armate Tedesche Siegfried Engel.

Avvicinandoci alla data della gara, inserita nel calendario dell'EUROPE TOUR dall'UCI il giorno 24 goigno 2014, ricorderemo i luighi e i partigiani protagonisti di quel periodo storico che nessuno deve dimenticare.

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