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Stella d'oro al merito sportivo CONI

A 32 anni di distanza da Marino Lejarreta, un corridore spagnolo torna a trionfare al Giro dell'Appennino: a conquistare la 76esima edizione della classica dell'US Pontedecimo davanti ad una buona cornice di pubblico è stato infatti il basco (corregionale dello stesso Lejarreta) Omar Fraile, 24enne portacolori della formazione professional iberica Caja Rural-Seguros RGA. Per Fraile, che in passato aveva fatto parte del vivaio della storica Euskaltel, si tratta della prima vittoria da professionista in carriera.

La prima parte della corsa, dedicata quest'anno alla memoria dello storico commissario tecnico della nazionale italiana Alfredo Martini, è stata animata da una fuga di Simone Andreetta (Bardiani), Marco Frapporti (Androni), Giorgio Cecchinel (Southeast), Jacopo Mosca (Italia), Angel Madrazo (Caja Rural), Alexander Rybakov (Rusvelo), Giovanni Pedretti (Unieuro), Dmitry Sokolov (Lokosphinx) e Stefan Praxmarer (Tirol) partita al chilometro 23 e che si è esaurita sulla Bocchetta dopo aver toccato un vantaggio massimo di 4'10".
Il traguardo spostato nuovamente a Pontedecimo ha restituito al Passo della Bocchetta un ruolo potenzialmente decisivo e sulle rampe della salita delle streghe sono stati due corridori veronesi a dare spettacolo: Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) ha attaccato a ripetizione e con lui è rimasto solo Edoardo Zardini della Bardiani; notevolissimo il tempo di scalata della Bocchetta (vedi tempi della bocchetta), di poco superiore ai 22 minuti segno che il Giro dell'Appennino continua ad essere un ottimo test di avvicinamento per chi vuole far bene al Giro d'Italia. Cunego e Zardini hanno scollinato per primi anche sul Passo della Castagnola e sul Passo dei Giovi, ma in discesa l'intesa è venuta meno e da dietro sono riusciti a rientrare Franco Pellizotti, Francesco Manuel Bongiorno, Stefano Pirazzi, Simone Petilli, Amets Txurruka e Omar Fraile, con quest'ultimo che aveva provato a seguire i due scatenati attaccanti sulla Bocchetta.

 

Entusiasmante il finale fatto di scatti e controscatti: la Bardiani-CSF con tre uomini nel primo gruppo ci ha provato a ripetizione ma un favoloso Damiano Cunego è sempre andato a chiudere su ogni tentativo, e se non era lui a muoversi erano i due baschi della Caja Rural. Nonostante tutto, gli otto battistrada sono arrivati compatti all'ultimo chilometri e anche in Via Fiorenzo Semini lo spettacolo non è mancato: sotto il triangolo rosso degli ultimi 1000 metri si è mosso per primo Txurruka, poi ai 500 metri il dorsale numero 1 Stefano Pirazzi ha piazzato una bellissima rasoiata in perfetto stile finisseur. L'azione del laziale di Fiuggi sembrava poter avere successo ma dietro è rinvenuto fortissimo Omar Fraile che l'ha ripreso e superato negli ultimi 100 metri relegandolo al secondo posto. Terzo gradino del podio per Damiano Cunego mentre alle sue spalle sono arrivati nell'ordine Pellizotti, Txurruka, Bongiorno, il giovanissimo Petilli (21 anni) e Zardini. Il gruppo è arrivato al traguardo con un distacco di 1'09" e va segnalato il 10° posto di Davide Gabburo, primo dei ragazzi della Nazionale Italiana sotto lo sguardo attento del ct Davide Cassani, presente sul traguardo di Pontedecimo.

Alla fine il vincitore Omar Fraile ha coperto i 191.7 chilometri del percorso in 4h42'13" ad una media di 40.756 km/h: percorso duro, velocità alta e anche una partecipazione generale di buon livello tanto che sono riusciti a tagliare il traguardo ben 60 dei 99 corridori che avevano preso il via dal Retail Park di Serravalle. Giornata di gloria per la Caja Rural che, oltre al Trofeo Assemblea Legislativa Regionale della Liguria per il vincitore, ha portato a casa anche il Trofeo Alfredo Martini per il direttore sportivo del vincitore, il Trofeo Regione Liguria per la squadra con più atleti nei primi cinque e il Trofeo Massimo Podestà per il primo Under26 (Fraile); a Damiano Cunego sono andati invece il Trofeo alla Memoria di Luigin Ghiglion per il primo corridore a transitare sul Passo della Bocchetta ed il Trofeo Gualtiero Schiaffino per il corridore più creativo.

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